Laminato CPL:
caratteristiche e applicazioni
Cos’è il CPL?
Composizione
- uno o più strati di carta kraft, impregnati con resina fenolica, che costituiscono il cuore del prodotto e forniscono la robustezza e la stabilità del laminato.
- un decorativo che, applicato sopra gli strati di carta kraft, rappresenta lo strato visibile del laminato. È costituito da carta decorativa impregnata con resina melaminica, che conferisce al laminato il suo aspetto estetico.
- un ultimo strato applicabile, detto “overlay” , quello più esterno e superficiale che fornisce ulteriore resistenza. Viene solitamente impregnato con resine melaminiche e ha la capacità di sciogliersi completamente durante la formazione del laminato in pressa, risultando trasparente.
Le resine utilizzate nella produzione del laminato CPL sono principalmente resine termoindurenti: melaminiche per lo strato decorativo e fenoliche per gli strati di supporto. Le resine melaminiche, ottenute dalla combinazione della formaldeide con la melammina, sono conosciute per la loro resistenza ai graffi, al calore e ai prodotti chimici, mentre le resine fenoliche, ottenute per reazione di fenolo e formaldeide, conferiscono resistenza meccanica e stabilità.
Il fenolo è un composto organico che deriva dalla produzione del petrolio. L’esposizione prolungata a questa sostanza può causare gravi danni, sia per le persone che per l’ambiente circostante, rendendolo dunque tossico e poco sostenibile. Proprio per questo, nel processo produttivo del laminato CPL, al suo posto sono state introdotte alternative sostenibili costituite da resine termoindurenti ecologiche, come quelle utilizzate dal Gruppo Puricelli: una combinazione di urea agricola, melammina e additivi.
Produzione
Innanzitutto, il processo inizia con la preparazione delle resine termoindurenti che vengono poi utilizzate per impregnare le carte.
Nella fase di impregnazione, la carta kraft e la carta decorativa si presentano in bobine che vengono impregnate attraverso appositi macchinari: i rotoli di carta vengono immersi nelle vasche di resina e passati attraverso dei rulli che ne rimuovono l’eccesso. La carta kraft, che costituisce il nucleo del prodotto, viene generalmente impregnata con resine fenoliche o, in alternativa, con resine termoindurenti ecologiche. La carta decorativa, che rappresenta l’aspetto estetico del laminato, viene impregnata con resine melamminiche.
Dopo questo processo, le bobine di carta, che scorrono parallelamente, passano in appositi forni per essere essiccate.
Successivamente, i rotoli di carta kraft e decorativa impregnati e asciutti vengono inviati alla pressa continua. Si tratta di un macchinario chiamato anche “calandra” o “pressa a nastro”, costituito da due nastri di acciaio che scorrono in parallelo e tra i quali vengono inseriti il foglio decorativo e vari strati di carta kraft impregnati. La pressa applica calore (tra 150°C e 170°C) e pressione (tra 30 e 70 bar) costante lungo tutta la lunghezza del laminato, permettendo alle resine di polimerizzarsi completamente e fondere insieme gli strati di carta in un unico materiale compatto e resistente. Questo processo di pressatura continua dura generalmente pochi minuti e permette una produzione senza interruzioni.
La texture della superficie (opaca, effetto legno, effetto ceramic, etc.) viene impressa in questa fase grazie alle piastre della pressa, formate in modo tale da impartire la finitura desiderata quando a contatto con la resina. In alternativa, è possibile utilizzare delle carte “release”, molto resistenti, con incise delle strutture che, se posizionate tra la pressa e lo stratificato, lasciano l’impronta al contatto con quest’ultimo.
Giunti a questo punto, il laminato CPL viene tagliato alle dimensioni desiderate utilizzando macchinari di taglio ad alta precisione. I bordi vengono rifilati e, se necessario, vengono effettuate ulteriori lavorazioni per adattare il laminato alle specifiche richieste dai clienti.
Infine, controlli di qualità vengono eseguiti per garantire che il prodotto finale soddisfi le caratteristiche di qualità, resistenza, colore e finitura richieste, dopodiché il materiale viene preparato e imballato per il trasporto e il montaggio, in modo che subisca il minor numero possibile di danni durante la movimentazione.
Questo processo di laminazione tramite presse continue non solo garantisce una qualità uniforme del prodotto finale, ma permette anche di produrre grandi quantità di CPL in modo efficiente.
Nascita ed evoluzione
Con l’intuizione di miscelare resine termoindurenti a base fenolo-formaldeide con la carta, Emil Liebich sviluppò ulteriormente l’idea di Baekeland, ottenendo un materiale stabile alla luce e all’abrasione, oltre che non conduttore di elettricità.
Negli anni Venti, poi, vennero prodotti i primi laminati ad alta pressione (HPL) facendo polimerizzare tra lastre di acciaio la carta kraft impregnata di queste resine termoindurenti. Inizialmente, si trattava di laminati che erano per lo più tecnici, utilizzati principalmente per le parti elettriche.
I laminati HPL vennero poi utilizzati per la produzione di pannelli decorativi, rendendo così ancora più attrattivo il mercato dei laminati. Infatti, molte aziende produttrici di laminati vennero fondate e anche quelle già operative adottarono il brevetto e le conoscenze tecnologiche per la produzione di questo prodotto, anche in Europa. Pioniera in Italia, nel 1948 venne fondata l’azienda Puricelli e nel 1962 aprì il suo innovativo stabilimento per la produzione di laminati plastici a Costa Masnaga.
Nei decenni successivi, la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo di nuove varietà di HPL aprirono infinite possibilità di applicazione in vari settori di mercato, creando una vasta gamma di prodotti.
Con il passare del tempo, infatti, l’industria cercava materiali più efficienti da produrre e più economici, pur mantenendo le qualità estetiche e funzionali dei laminati HPL. Da questa esigenza nacque il laminato CPL, caratterizzato da un processo di produzione continuo a pressione controllata, riducendo i costi e aumentando la produttività.
Negli anni Ottanta, in Italia, il Gruppo Puricelli comincia a produrre, nonostante lo scetticismo degli altri produttori, i primi laminati CPL ampliando la propria offerta con laminati flessibili per il rivestimento di superfici curve. Nello stabilimento lombardo arriva la prima pressa per la lavorazione di fogli e laminati in bobine.
L’evoluzione di questa tipologia di prodotto è stata guidata dalla crescente domanda di materiali più funzionali e decorativi per l’arredamento e l’interior design. Negli anni ’50 e ’60, con l’avvento del design moderno, il laminato CPL ha visto un aumento della popolarità grazie alla sua capacità di imitare vari materiali naturali come il legno e la pietra, pur essendo più conveniente e facile da mantenere. Le tecniche di stampa e finitura si sono costantemente migliorate, permettendo la produzione di laminati con texture e colori sempre più realistici e accattivanti.
Inoltre, la continua innovazione tecnologica nel campo dei materiali ha portato allo sviluppo di laminati CPL con proprietà avanzate, come la resistenza al fuoco e alle sostanze chimiche, offrendo una gamma di finiture e applicazioni più ampia, che hanno permesso di creare superfici resistenti e versatili per una varietà di applicazioni.
Negli anni 2000, l’attenzione sempre crescente verso i temi della sostenibilità, non solo ambientale, portò con anni di ricerca e sperimentazioni, a trovare metodi di produzione sostenibili ed ecologici per i laminati, ad esempio tramite l’utilizzo di resine a bassa emissione di formaldeide e carta proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Un esempio, nello specifico è quello del Gruppo Puricelli, che già da diversi anni aveva introdotto sul mercato laminati prodotti con resine a base acqua. Nel 2007, per tutelare non solo l’ambiente ma anche le persone coinvolte nella produzione e nell’utilizzo di laminati, introdusse una nuova resina phenol-free.
In quegli stessi anni, tecnologie sempre più innovative di stampa digitale hanno permesso la personalizzazione dei laminati con disegni complessi e immagini ad alta risoluzione, aprendo nuove possibilità creative e, di conseguenza, nuove applicazioni nel design di interni: porte, mobili da interni, piani di lavoro.
Vantaggi
Il laminato CPL è progettato per resistere al calore e all’umidità, mantenendo la sua integrità strutturale e l’aspetto nel tempo, grazie anche allo strato protettivo esterno che assicura la resistenza all’acqua, nonché la formazione di muffe e batteri. La sua durabilità è un altro punto di forza: offre una lunga durata di vita grazie alla sua resistenza a graffi, urti e abrasioni. Rispetto ad altri materiali, il laminato CPL rappresenta un’opzione economica ma di qualità, che non compromette né l’estetica né la funzionalità.
Facile da lavorare e installare, il CPL riduce i tempi e i costi di manodopera, rendendolo una scelta conveniente per molte applicazioni.
Dunque, le sue caratteristiche di resistenza, indeformabilità, robustezza, durata e qualità estetiche, insieme al suo ottimo prezzo, ne fanno un’opzione attraente per architetti e interior designer, i quali lo scelgono anche per le numerosissime varianti che esistono in commercio.
Applicazioni
Il laminato a pressione continua è perfetto anche per numerose applicazioni in aree verticali e orizzontali in ambienti come uffici e spazi commerciali: pannelli divisori, rivestimenti di reception, banconi e superfici di lavoro.
Caratteristiche tecniche
Il laminato CPL è disponibile in una varietà di formati, spessori, colori e texture, rendendolo estremamente versatile per diverse applicazioni nel design e nell’arredamento d’interni.
Spessori e formati
Spessori più sottili sono principalmente utilizzati per rivestimenti decorativi e superfici che non richiedono una grande robustezza strutturale, meno soggette a usura, come i rivestimenti murali o le superfici curve. Mentre spessori maggiori offrono una robustezza superiore, ideale per piani di lavoro, mobili, porte, pannelli divisori, ante e superfici che richiedono una buona resistenza ai graffi e agli urti.
I formati standard del laminato CPL possono variare, ma spesso si trovano pannelli con larghezze che vanno da 900 mm a 1800 mm e lunghezze che possono superare i 4000 mm. Queste dimensioni permettono una grande flessibilità nell’uso del materiale, facilitando l’applicazione su superfici estese senza necessità di giunzioni intermedie che potrebbero compromettere l’estetica e la funzionalità del prodotto.
Dopo la pressatura, i fogli di CPL possono essere tagliati alla larghezza e lunghezza desiderata direttamente in linea, permettendo una grande flessibilità nelle dimensioni finali del prodotto.
Texture e stampa digitale
E’ disponibile in una vasta gamma di colori, ed è inoltre possibile, grazie all’introduzione della stampa digitale, decorare i pannelli con qualsiasi grafica e immagine, anche fotografica, che il cliente desideri. Si può, infatti, realizzare qualsiasi decoro in maniera senza alcun limite, rendere ogni progetto unico.
L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha permesso di ottenere dalla lavorazione dell’overlay (l’ultimo strato di resina) un effetto tridimensionale, che abbina all’alta qualità fotografica utilizzata per riprodurre l’immagine del materiale che si intende replicare, una superficie irregolare, ruvida o rugosa alla vista ed al tatto, tanto verosimile da simulare perfettamente l’aspetto del legno, della pietra o del cemento.
Dunque, la texture a volte viene realizzata per dare al materiale un aspetto più simile a quello vero, imitando e cercando di riprodurre una superficie realmente esistente in natura. Altre volte, invece, applicare una determinata finitura serve a conferire maggiore un valore sensoriale ed estetico.
Queste “asperità” superficiali, oltretutto, tendono a mascherare gli effetti di deterioramento che possono derivare dall’impiego quotidiano delle superfici delle cucine, ma occorre che non siano troppo accentuate per evitare che in esse possa annidarsi dello sporco. Infatti, la scelta della finitura, oltre che per il valore estetico, deve essere valutata in vista della destinazione d’uso del prodotto finito.
Nel ciclo di produzione del laminato CPL, la texture viene impressa durante la fase di pressatura, grazie alle piastre della pressa a nastro o, in alternativa, tramite delle carte “release”. E’ possibile realizzare un’ampia varietà di texture sul laminato CPL, l’unico limite riguarda la finitura lucida: l’effetto lucido nello specifico si ottiene con alte temperature e tempi lunghi, condizioni che non caratterizzano il processo di produzione del laminato in continuo.
Per quanto riguarda i colori, esistono delle carte decorative già pigmentate o, in alternativa, queste vengono tinte del colore desiderato. Per la stampa digitale, invece, la carta decorativa stampata non può essere impregnata, poiché altrimenti l’inchiostro della stampa si dilaterebbe, rovinando complessivamente il risultato finale. Infatti, in questo caso specifico, la carta si interlamina: viene inserito il decorativo realizzato con la stampa digitale e sopra viene applicato un overlay trasparente impregnato di resina melamminica, per fare si che ci sia il grip necessario e che sul laminato risulti la stampa desiderata.
Manutenzione e montaggio
Come pulire i laminati CPL
Prodotti aggressivi o abrasivi, utilizzati comunemente per la lucidatura, come ad esempio la lana d’acciaio e la polvere abrasiva, sono sconsigliati per la pulizia dei laminati, in quanto potrebbero causare graffi o segni superficiali, andando a rovinare la superficie. Allo stesso modo, prodotti disincrostanti possono contenere sostanze fortemente corrosive che possono quindi danneggiare il laminato.
Come riparare i laminati CPL
Ad ogni modo, seguire le raccomandazioni specifiche del produttore è sempre il metodo migliore per garantire la corretta manutenzione e gestione di questa tipologia di prodotto. Generalmente, sono i produttori stessi a fornire guide dettagliate sull’uso, sulla pulizia e sulla manutenzione dei loro laminati CPL per massimizzare la durata e le prestazioni dei pannelli.
Come montare i fogli di laminato CPL
Per le applicazioni del laminato CPL in ambienti interni, la tecnica che viene utilizzata più frequentemente è il placcaggio del laminato su un supporto tramite l’utilizzo di adesivi bicomponenti a base acqua: colle ecologiche, non nocive e non tossiche, ideali per ambienti chiusi. Un altro vantaggio significativo di questo metodo è la capacità di ottenere una superficie liscia e uniforme senza viti o altri elementi visibili.
Inoltre, in alcuni casi, è possibile montare i pannelli CPL utilizzando sistemi di aggancio o incastro, riducendo la necessità di colla o viti visibili e rendendo molto più veloce e immediato il processo.
Differenze tra laminato CPL e altri materiali
Laminato CPL vs HPL Compact
Il laminato CPL (Continuous Pressure Laminate) e l’HPL Compact (High Pressure Laminate) sono le due principali tipologie di laminato in commercio.
A livello di materiali di base, la composizione è la medesima. Si tratta infatti di strati di carta kraft, decorativa e di protezione impregnati con resine termoindurenti. Inoltre, entrambi, sono utilizzati per rivestire superfici e creare prodotti di design, offrendo una vasta gamma di finiture e colori e permettendo una grande libertà creativa.
Tuttavia, presentano differenze significative in termini di produzione, spessori e, di conseguenza, a livello di applicazioni.
Il laminato CPL è prodotto attraverso un processo continuo in cui gli strati, impregnati con resine termoindurenti, scorrono parallelamente in bobine all’interno di una pressa a nastro, dove vengono pressati insieme a calore e pressione costanti. Mentre nel processo produttivo dell’HPL Compact questi strati non si trovano in bobine ma in fogli che, una volta impilati, vengono pressati a elevata pressione e temperatura in una pressa industriale multistrato. Inoltre, sempre a livello produttivo, il CPL può essere tagliato nelle dimensioni desiderate subito dopo la pressatura, mentre invece per l’HPL Compact è possibile tagliare a monte, prima della pressatura, i fogli della dimensione desiderata e realizzare direttamente il pannello, oppure tagliarlo a posteriori.
Il ciclo di produzione del CPL è molto rapido, dura pochi minuti, invece, il processo di produzione dell’HPL dura circa 40-50 minuti.
Il CPL viene prodotto con un range di spessori da 0,1 mm a 1,2 mm, mentre l’HPL viene realizzato con spessori da 0,8 mm a 3 mm per il sottile e per il Compact da 4 mm a 25 mm.
Di conseguenza, il processo continuo di produzione del laminato CPL permette di ottenere fogli più sottili, flessibili e resistenti allo stesso tempo, mentre il processo di produzione ad alta pressione e temperatura, fa sì che l’HPL Compact sia più spesso e resistente agli urti e a molti agenti atmosferici.
Questo comporta, a livello di applicazioni, che il CPL sia un prodotto ideale per rivestimenti superficiali come porte, ante di mobili e pannelli divisori, mentre l’HPL Compact è adatto per applicazioni sia in ambienti interni ma esterni, come ad esempio top cucina, facciate ventilate, tavoli, pavimenti.
Il CPL, inoltre, risulta meno costoso da produrre in quanto nello stesso tempo si producono più mq di prodotto.
Laminato CPL vs melaminico
Il laminato CPL e il melaminico sono due materiali ampiamente utilizzati per superfici decorative e rivestimenti, ma si differenziano nella loro composizione, nelle loro caratteristiche e nei loro usi.
Il melaminico è composto da un singolo strato di carta decorativa impregnata con resine melaminiche che, generalmente, viene applicato su un pannello di truciolare o MDF (Medium Density Fiberboard), per rivestirlo. Questi fogli vengono poi sottoposti a pressione e calore elevati, che induriscono la resina e fondono la carta decorativa al pannello di supporto, creando una superficie dura e resistente.
Dunque, sia il melaminico che il laminato sono composti da strati di fogli impregnati di resina melaminica: la differenza è che il laminato è realizzato da più strati di carta compressi e termoinduriti e quindi risulta più spesso e resistente rispetto al melaminico, caratterizzato da un solo foglio.
La produzione del melaminico avviene a temperature e pressioni più basse rispetto al CPL, utilizzando una pressa piana tradizionale. Questo rende il laminato melaminico meno resistente rispetto al CPL, con una maggiore suscettibilità a graffi, danni da urti e usura nel tempo. Il melaminico è più economico rispetto al CPL ma la sua gamma estetica è generalmente più limitata.
Anche il melaminico, come il CPL, è facile da pulire e mantenere. Ma, per quanto offra una buona resistenza all’umidità superficiale, può non essere la scelta migliore in ambienti con umidità costante o con variazioni estreme di temperatura. Alla lunga, infatti, può deformarsi o gonfiarsi, specialmente se il pannello di supporto viene compromesso.
Laminato CPL vs PVC
Il PVC, che sta per “polivinilcloruro”, è un materiale plastico che ha origine da materie prime naturali. È composto principalmente da cloro, derivato dal sale comune, e da etilene, ottenuto dal petrolio. La composizione e produzione è infatti la sostanziale differenza con il CPL, composto da strati di carta e resine sottoposti a pressione e temperatura costanti.
Sia il CPL che il PVC sono entrambi comunemente utilizzati per rivestire superfici.
Una delle caratteristiche del PVC comune al CPL è la resistenza all’umidità, che lo rende applicabile in ambienti come bagni e cucine. Inoltre, è facile da pulire e mantenere e offre una buona durabilità. È utilizzato anche negli esterni, per pavimenti e rivestimenti murali.
Tuttavia, il PVC può essere meno resistente agli urti, ai graffi e al calore rispetto al CPL, e la sua estetica, sebbene migliorata nel tempo, non può competere con la varietà, in termini di texture, colori e realismo, offerta dal laminato CPL.
Una differenza tra i due materiali riguarda anche la loro risposta ambientale e il loro impatto. Il CPL, essendo un prodotto a base di carta con resine termoindurenti, è considerato più sostenibile rispetto al PVC, che è un materiale plastico derivato dal petrolio e può emettere composti organici volatili (VOC) durante la produzione e l’uso.